Arcade Story: Track & Field, il gioco olimpico degli smanettoni da joystick
Anno 1983, Konami lancia sul mercato Track & Field (Hyper Olympic), un titolo sportivo in cui l’obiettivo è vincere tutte le gare delle principali discipline olimpiche. C’è chi ha smanettato con il joystick a livelli siderali e chi ha usato il trucco della matita.
Track & Field, il gioco sportivo per gli smanettoni
Uno dei giochi sportivi più famosi di sempre è Track & Field della nipponica Konami. Milioni di ragazzini hanno sudato fatiche inenarrabili per conquistare il record mondiale nella corsa dei 100 metri piani, al salto in lungo, al tiro del giavellotto, ai 110 metri ad ostacoli, al lancio del peso e al salto in alto. Queste erano tutte le discipline olimpiche in cui si poteva dimostrare il proprio valore.
In Italia, patria dei bootleg (copie non autorizzate dei giochi) la maggior parte dei giocatori ha giocato a Track & Field con i joystick e mai con i bottoni (da ricordare che il titolo originale era stato pensato per le sala giochi). Le schede bootleg venivano inserite su cabinet standard muniti di joystick. I titolari delle vecchie sale giochi volevano spendere il meno possibile, così crearono delle schede PCB di Track & Field a prezzi, per così dire, decisamente più accessibili. Ecco perché in Italia, quando si parla del gioco delle Olimpiadi, tutti ricordano come fosse una vera e propria faticaccia “smanettare il joystick” (tipico gergo per indicare il movimento, a destra e sinistra, della leva di comando).
Negli Stati Uniti si usava il trucco della matita per vincere
Negli Stati Uniti, invece, c’era un’altra questione frutto dell’ingegno dei giocatori incalliti di Track & Field: il trucco della matita. Un artificio ben congeniato; utilizzando una matita, posizionata tra i due tasti del gioco, bastava premerne uno e, in automatico, anche il secondo si attivava. In questa maniera, la prestazione finale aumentava in modo esponenziale, del doppio appunto.
Purtroppo, questo stratagemma comportava la rovina della funzionalità dei tasti con tanto di lamentele da parte dei titolari delle sale giochi. Forse anche per questo che è nata la plancia con le trackball: bastava lanciare la biglia a destra o sinistra per ottenere la massima velocità. Buona soluzione ma divertimento azzerato.